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Tecnica: Pastelli soft su tela e resinaDimensione: 20 x 20 cmDescrizione: La bellezza è gradita agli occhi, ma la dolcezza affascina l'animo" Voltaire
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Valeria Frongia Tecnica: Mista (stucco, spray su tela, foglie d’oro, resina e cornice di nastro di raso) Dimensione: 70 x 100 cm Descrizione: Tra i miti e leggende sarde vi sono gli affascinanti racconti sulle Janas.
Si dice che siano fate, streghe e creature divine depositarie di antichi saperi, spesso poste a custodia di introvabili tesori.
Le Janas venivano descritte come piccole donne bellissime, dalla pelle molto delicata, infatti, operavano di sera, in quanto il sole avrebbe ustionato la loro pelle delicata, uccidendole.
Potevano emanare una luce così forte da poter addirittura abbagliare chi posasse su di loro il proprio sguardo. Usavano questa loro luminosità per districarsi fra i rovi, evitando di ferirsi con le spine.
Abitavano in piccole dimore, casette da loro stesse scavate nella roccia, le Domus de Janas che in sardo significa “case delle fate”.
Si dice siano state le prime abitanti della Sardegna e che proprio loro abbiano insegnato alle donne dei vari paesi gli antichi mestieri: la filatura, la medicina, la lavorazione del pane, l’arte e la profezia.
Ciò che le caratterizzava più di qualsiasi altra cosa era però la loro doppia natura benevola/malefica.
Si narra che di notte visitassero i neonati, decretandone il futuro. Se fatato nel bene, il bambino avrebbe avuto una vita gioiosa. Ma se invece fatato nel male il destino del nascituro sarebbe stato tutt’altro che roseo.
Le piccole creature visitavano non solo i bambini ma anche gli adulti, esse apparivano durante la notte chiamando per tre volte la persona che avevano scelto con l’intento di portarla a vedere i loro inestimabili tesori. Se la persona si dimostrava onesta e non tentava di rubare, sarebbe stata ricompensata per sempre, altrimenti tutto quello che avrebbe toccato si sarebbe trasformato in carbone e cenere.
Passavano le loro giornate a tessere con telai magici artefatti composti da preziosi fili d'oro, che occasionalmente potevano donare a chi ne aveva bisogno come amuleto di protezione o di fortuna.
Intrecciavano sapientemente lunghissimi fili d’oro o argento, per creare gioielli unici e splendidi.
A ben guardare infatti, ricami e gioielli in filigrana sono particolarmente accostabili: da una parte infatti i ricami appaiono come gioielli impressi nella stoffa, dall’altra la filigrana sembra un ricamo tanto leggero da librarsi fuori dal tessuto.
Queste piccole creature ambivalenti ancora oggi popolano l’immaginazione di noi tutti. Ma non solo. Secondo le leggende, se si fa molta attenzione in alcuni posti remoti della Sardegna è ancora possibile incontrarle.
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Gavi Tecnica: Mista Anno: 2024 Dimensione: 50cm x 70 cm Tecnica: Acrilico, Gesso, Serigrafia Descrizione: GAVI rende omaggio al Toret, celebre fontanella di Torino, unendo tradizione e contemporaneità. Una vibrante reinterpretazione attraverso lo stile senza tempo dei jeans e l'effortless cool di un capo intramontabile, Bevi’s. L’opera unica su tela celebra la connessione tra la fontanella più amata di Torino e la sua vivace cultura pop-punk.
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Gavi Tecnica: Mista Anno: 2024 Dimensione: 50cm x 70 cm Tecnica: Acrilico, Gesso, Serigrafia Descrizione: GAVI rende omaggio al Toret, celebre fontanella di Torino, unendo tradizione e contemporaneità. Una vibrante reinterpretazione attraverso lo stile senza tempo dei jeans e l'effortless cool di un capo intramontabile, Bevi’s. L’opera unica su tela celebra la connessione tra la fontanella più amata di Torino e la sua vivace cultura pop-punk.
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Sold OutGavi Tecnica: Mista Anno: 2024 Dimensione: 50cm x 70 cm Tecnica: Acrilico, Vernice spray, Gesso, Carta, Pennarello, Decoupage, Serigrafia Descrizione: GAVI rende omaggio al Toret, celebre fontanella di Torino, unendo tradizione e contemporaneità. Una vibrante reinterpretazione, immersa nel lusso del più celebre profumo, sfoggiante il suo fascino con una fragranza irresistibile, Toret N°5. Sullo sfondo, frammenti di mappe cittadine. L’opera unica su tela celebra la connessione tra la fontanella più amata di Torino e la sua vivace cultura pop-punk.
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Moreno Bregagnollo Tecnica: Olio su carta telata Anno: 2024 Dimensione: trittico composto da 3 dipinti 41×51 cm – 125×51 cm Descrizione: In questo trittico si assite appunto alla metamorfosi che accomuna il bruco al protagonista, all’evolversi di un sentimento di speranza che si insinua come un embrione nella pelle del protagonista proprio quando c’è il buio attorno a se. Nel primo l’atmosfera è cupa, il cielo è buio, il protagonista ha gli occhi chiusi. Dorme o non vuole riconoscere quello che lo circonda? Nel secondo, la transizione della luce mostra dei germogli che avvolgono il protagonista ed una crisalide appesa. Nel terzo avviene la trasformazione, della farfalla, del protgonista che accenan un sorriso nella sua consapevolezza, della luce che avvolge tutto e dei germogli che diventano fiori bellissimi. Un nuovo giorno…