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Sauar Tecnica: Fotografia Anno: 2024 Dimensione: 42 x 29,7 cm Descrizione: bisogna respirare il bello.
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Sauar Tecnica: Fotografia Anno: 2024 Dimensione: 42 x 29,7 cm Descrizione: Serie realizzata sui fiori in varie stagioni.
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Sauar Tecnica: Fotografia Anno: 2024 Dimensione: 29,7 x 42 cm Descrizione: Mare in tormenta.
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Sauar Tecnica: Fotografia Anno: 2024 Dimensione: 50 x 40 cm Descrizione: Il mare che nessuno vuole.
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SAUAR Dimensione: 100 x 66 cm Tecnica: Lunga esposizione Anno: 2022 Descrizione: l'abbandono alle proprie passioni o anche a divertimenti di natura generica, senza il controllo da parte della nostra ragione e della nostra morale. Viene intesa impropriamente come una condotta dedita esclusivamente al raggiungimento del piacere sessuale, ma può riferirsi in generale ad ogni forma di scherzo, riso o divertimento smodato
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Sauar Anno: 2021 Dimensione: 100 x 70 cm Tecnica: Fotografia digitale Descrizione: Il progetto intitolato “Quello che non vedi, non ordinario” racconta la storia della Città di Torino, la mia città, osservata attraverso gli occhi dei passanti. Le fotografie sono state realizzate utilizzando la tecnica della lunga esposizione, mescolando la storia della città alla mia esperienza di vita. Dopo cinque anni passati a lottare contro un morbo infatti, la mia intenzione è quella di rappresentare la sensazione di un ragazzo che, in mezzo a una città, è sembrato a tratti invisibile, ma allo stesso tempo coinvolto nella frenesia quotidiana.
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Sauar Anno: 2023 Dimensione: 100 x 70 cm Tecnica: Fotografia digitale Descrizione: Il progetto intitolato “Quello che non vedi, non ordinario” racconta la storia della Città di Torino, la mia città, osservata attraverso gli occhi dei passanti. Le fotografie sono state realizzate utilizzando la tecnica della lunga esposizione, mescolando la storia della città alla mia esperienza di vita. Dopo cinque anni passati a lottare contro un morbo infatti, la mia intenzione è quella di rappresentare la sensazione di un ragazzo che, in mezzo a una città, è sembrato a tratti invisibile, ma allo stesso tempo coinvolto nella frenesia quotidiana.
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Sauar Anno: 2021 Dimensione: 120 x 70 cm Tecnica: Fotografia digitale Descrizione: Il progetto intitolato “Quello che non vedi, non ordinario” racconta la storia della Città di Torino, la mia città, osservata attraverso gli occhi dei passanti. Le fotografie sono state realizzate utilizzando la tecnica della lunga esposizione, mescolando la storia della città alla mia esperienza di vita. Dopo cinque anni passati a lottare contro un morbo infatti, la mia intenzione è quella di rappresentare la sensazione di un ragazzo che, in mezzo a una città, è sembrato a tratti invisibile, ma allo stesso tempo coinvolto nella frenesia quotidiana. In una seconda fase del progetto, il lavoro si è concentrato su sfocature e su diversi piani prospettici che interagiscono tra loro: i colori sono differenti, completamente stravolti tra tonalità fluo e pop, surreali. La presenza è ben visibile anche se non immediatamente evidente in quanto sono le linee architettoniche lo sfondo “naturale”, il punto di fuga dell’immagine ripresa dall’obbiettivo. Il messaggio che voglio trasmettere è duplice: la solitudine e l’assenza sono sfuggenti tanto quanto la presenza; non sempre lo standard è bello.
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SAUAR Tecnica: Lunga esposizione Anno: 2019 Dimensione: 60 x 40 cm Descrizione: Il progetto intitolato “Quello che non vedi, non ordinario” racconta la storia della Città di Torino, la mia città, osservata attraverso gli occhi dei passanti. Le fotografie sono state realizzate utilizzando la tecnica della lunga esposizione, mescolando la storia della città alla mia esperienza di vita. Dopo cinque anni passati a lottare contro un morbo infatti, la mia intenzione è quella di rappresentare la sensazione di un ragazzo che, in mezzo a una città, è sembrato a tratti invisibile, ma allo stesso tempo coinvolto nella frenesia quotidiana. In una seconda fase del progetto, il lavoro si è concentrato su sfocature e su diversi piani prospettici che interagiscono tra loro: i colori sono differenti, completamente stravolti tra tonalità fluo e pop, surreali. La presenza è ben visibile anche se non immediatamente evidente in quanto sono le linee architettoniche lo sfondo “naturale”, il punto di fuga dell’immagine ripresa dall’obbiettivo. Il messaggio che voglio trasmettere è duplice: la solitudine e l’assenza sono sfuggenti tanto quanto la presenza; non sempre lo standard è bello.
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SAUAR Anno: 2019 Dimensione: 60x40cm Descrizione: Il progetto intitolato "Quello che non vedi, non ordinario" racconta la storia della Città di Torino, la mia città, osservata attraverso gli occhi dei passanti. Le fotografie sono state realizzate utilizzando la tecnica della lunga esposizione, mescolando la storia della città alla mia esperienza di vita. Dopo cinque anni passati a lottare contro un morbo infatti, la mia intenzione è quella di rappresentare la sensazione di un ragazzo che, in mezzo a una città, è sembrato a tratti invisibile, ma allo stesso tempo coinvolto nella frenesia quotidiana. In una seconda fase del progetto, il lavoro si è concentrato su sfocature e su diversi piani prospettici che interagiscono tra loro: i colori sono differenti, completamente stravolti tra tonalità fluo e pop, surreali. La presenza è ben visibile anche se non immediatamente evidente in quanto sono le linee architettoniche lo sfondo “naturale”, il punto di fuga dell’immagine ripresa dall’obbiettivo. Il messaggio che voglio trasmettere è duplice: la solitudine e l’assenza sono sfuggenti tanto quanto la presenza; non sempre lo standard è bello.
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SAUAR Anno: 2019 Dimensione: 60x40cm Descrizione: Il progetto intitolato "Quello che non vedi, non ordinario" racconta la storia della Città di Torino, la mia città, osservata attraverso gli occhi dei passanti. Le fotografie sono state realizzate utilizzando la tecnica della lunga esposizione, mescolando la storia della città alla mia esperienza di vita. Dopo cinque anni passati a lottare contro un morbo infatti, la mia intenzione è quella di rappresentare la sensazione di un ragazzo che, in mezzo a una città, è sembrato a tratti invisibile, ma allo stesso tempo coinvolto nella frenesia quotidiana. In una seconda fase del progetto, il lavoro si è concentrato su sfocature e su diversi piani prospettici che interagiscono tra loro: i colori sono differenti, completamente stravolti tra tonalità fluo e pop, surreali. La presenza è ben visibile anche se non immediatamente evidente in quanto sono le linee architettoniche lo sfondo “naturale”, il punto di fuga dell’immagine ripresa dall’obbiettivo. Il messaggio che voglio trasmettere è duplice: la solitudine e l’assenza sono sfuggenti tanto quanto la presenza; non sempre lo standard è bello.